Il Progetto persegue lo scopo principale di incrementare la quota di vino sostenibile di alta qualità attraverso la valorizzazione delle produzioni autoctone, con particolare riguardo a quelle più diffuse in Sicilia quale la cultivar Lucido (Catarratto bianco). Collegate all’obiettivo principale, il G.O. VISTA Lucido si pone specifiche finalità, quali mitigare gli effetti negativi del cambiamento climatico sulle produzioni enologiche, monitorare la cinetica di maturazione della bacca, incrementare la biodiversità dell’ecosistema vigneto, favorire l’incremento delle superfici vitate sostenibili, ridurre i consumi idrici in vigna, monitorare i consumi energetici e le emissioni di CO2 in vigna ed in cantina, favorire la creazione di una filiera del vino sostenibile tramite l’adesione a sistemi di qualità come la certificazione SOStain e agevolare la diffusione delle innovazioni tramite un sistema informatico utile alla raccolta dati delle aziende e per informare ed aggiornare tecnici e operatori che dovranno sempre più specializzarsi nella conduzione sostenibile dei vigneti favorendo al contempo, la massima capacità di espressione enologica della varietà in un determinato terroir.
Inoltre, il Gruppo Operativo, tramite il presente progetto, intende sfruttare l’opportunità che deriva dallo studio agronomico ed enologico della più diffusa varietà siciliana, al fine di determinare prodotti innovativi utili a fornire all’intero comparto un vantaggio competitivo sostanziale e duraturo.
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avvio attività agronomiche Azione 1, sottoazione 1c (gestione della maturazione delle uve);
avvio attività enologiche Azione 2-sottoazione 2a Difesa dalle ossidazioni e gestione delle fecce e 2.b) Introduzione di nuovi lieviti;
avvio attività azioni 4) Divulgazione e 5) Coordinamento (durata 24 mesi);
attivazione del Sistema informatico SOStain (durata 24 mesi);
avvio attività agronomiche Azione 1a Protocollo di gestione suolo;
avvio attività agronomiche Azione 1, sottoazione 1b (potatura dei vigneti);
attività di analisi sensoriale;
attività sottoazione 1c (gestione della maturazione delle uve e acido pelargonico);
attività enologiche Azione 2-sottoazione 2a Difesa dalle ossidazioni e gestione delle fecce e 2.b) Introduzione di nuovi lieviti;
attività di analisi sensoriale
Il Progetto V.I.S.T.A. Lucido, acronimo di Valorizzazione Innovativa e Sostenibile dei Terroir delle varietà Autoctone: il caso di studio del Lucido, è un esempio concreto di alleanza tra il mondo produttivo, la ricerca applicata, la sperimentazione e le Istituzioni, insito nell’essenza stessa della Sottomisura 16.1 del PSR SICILIA 2014-2020.
Il modello suggerito dall’Amministrazione regionale, sul solco delle politiche europee, è improntato in un processo permanente e dinamico di co-progettazione dove i partner sono, da un lato, la pubblica amministrazione e, dall’altra, una varietà ampia di attori territoriali, quali centri di ricerca e sperimentazione, imprese, enti locali.
Nello specifico del Progetto Lucido, un ruolo determinante è assunto dal Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia quale Capofila e coordinatore delle attività, affiancato e supportato dalla figura dell’ Innovation broker, che gestisce le relazioni tra i soggetti coinvolti (stakeholders) per il raggiungimento degli obiettivi di progetto, legati all’introduzione di significative innovazioni nella filiera vitivinicola regionale al fine di favorire l’aumento della competitività aziendale.
La presenza dell’Istituto Regionale Vite e Olio garantisce la qualità scientifica del percorso di innovazione individuato e contribuisce alla valorizzazione di giovani risorse che saranno coinvolte nelle attività di progetto attraverso borse di studio e contratti di lavoro con le imprese partners, nella speranza che l’esperienza di lavoro nel contesto dinamico e innovativo del partenariato così costituito possa a sua volta contribuire a stimolare nuove progettualità a beneficio del sistema agroalimentare siciliano, che si caratterizza per un vantaggio competitivo naturale difficilmente riproducibile, legato alla collocazione geografica delle produzioni, alla rilevante biodiversità naturale, alla diversificazione varietale e produttiva ed infine alle specificità di origine e di produzione, ma che ancora ha tanto da sviluppare nella fasi delle trasformazioni e del processing, in grado di generare più alto valore aggiunto nel territorio (cfr. Strategia Regionale dell’Innovazione per la Specializzazione Intelligente per il periodo 2014-2020).
CATARRATTO BIANCO LUCIDO (LUCIDO)
Numero iscrizione Registro Nazionale delle varietà di vite 059
Il coinvolgimento diretto nel Progetto di 8 primarie aziende vitivinicole siciliane, assieme all’Istituto Regionale Vite e Olio, alla figura dell’Innovation Broker, coordinate dal Consorzio Tutela Vini Regionale risponde pienamente al principio “bottom-up” della ricerca e innovazione che l’Unione Europea. considera condizione indispensabile per finanziare la ricerca applicata in agricoltura.
Il Progetto VISTA Lucido nasce dall’esigenza di difendere, innovare e comunicare il valore di unicità dei territori del Lucido, necessità espresse dalla base produttiva tramite lo stimolo di alcune aziende leader: in questo modo, la richiesta degli stakeholders ha trovato un contenitore scientifico nel Progetto, finanziato nell’ambito della Sottomisura 16.1.
Il Progetto ha l’obiettivo di creare un modello di approccio innovativo e sostenibile di valorizzazione delle produzioni autoctone, con particolare riguardo alla cultivar Lucido con la conseguente valorizzazione dei vini, anche attraverso l’introduzione di nuove tipologie di prodotto, migliorando la loro riconoscibilità sui mercati. Inoltre, si vuole agevolare la conoscenza dei metodi di gestione sostenibile del vigneto che, per specifico terroir, consentano alle uve prodotte di esprimere al meglio le proprie potenzialità enologiche consentendo la produzione di vini sostenibili di alta qualità certificata.
In questa filosofia, il trasferimento dell’innovazione che il progetto si propone di realizzare è destinato all’universo della viticoltura siciliana, ma potrebbe essere da esempio per altre viticolture, in particolare dell’area mediterranea.
Di seguito si fornisce l’elenco delle azioni e sub-azioni nelle quali si articola il Progetto.
1) Gestione vigneto, distinta in 1.a) Protocollo di gestione suolo (inerbimenti e uso dell’acido pelargonico) 1.b) Gestione della potatura invernale 1.c) Gestione Maturazione uve. I risultati attesi di tali punti si misureranno in termini di miglioramento generale della struttura del terreno, riduzione delle spese di acquisto dei concimi organici, risparmio di acqua di irrigazione, affinamento della gestione economica del vigneto, miglioramento complessivo della qualità delle uve, incremento del reddito aziendale
2) Gestione enologica, distinta in 2.a) Difesa dalle ossidazioni e gestione delle fecce 2.b) Introduzione di nuovi lieviti. I risultati attesi di tali punti si misureranno in termini di maggiore qualità delle produzioni enologiche, introduzione di nuovi prodotti e ampliamento del target di mercato.
3) Sistema informatico SOStain Con il supporto di un fornitore di servizi informatici si vuole realizzare un sistema che abbia la finalità di realizzare un monitoraggio continuo delle produzioni e la realizzazione di una banca dati che consenta alla imprese di redigere un bilancio di sostenibilità e calcolare carbon e water footprint dell’appezzamento oggetto di analisi, in modo da misurare gli impatti ambientali delle aziende e definire protocolli agronomici ed enologici volti a ridurre le relative impronte.
4) Divulgazione 5) Coordinamento. Le azioni 4 e 5, trasversali in quanto riguardano il coordinamento e la rendicontazione del progetto nonché la divulgazione, mirano a garantire una corretta gestione delle attività amministrative nonché la diffusione delle innovazioni sperimentate alle imprese regionali e in ambito UE, perché possano beneficiarne in termini di conoscenze da trasferire in aumento della competitività delle imprese regionali.
CATARRATTO BIANCO LUCIDO (LUCIDO)
Numero iscrizione Registro Nazionale delle varietà di vite 059
Vitigni di antichissima coltivazione e,riprendendo una affermazione del Conte Gallesio (1937-39), «devono essere considerati vitigni classici della Sicilia». Il Biundi (1852) scriveva: «bisogna dire che non vi sono vigneti in Sicilia, ove il Catarratto non formi una delle specie più abbondanti delle specie piantate». È citato negli scritti del Venuti (1516) e del prefetto di Noto (1877). Cupani nel suo Hortus Catholicus, nel 1696, distingue un Catarrattu vrancu da un Catarratto reuso o reticu, che qualche Autore ha associato all’uva retica descritta da Plinio. Il canonico Geremia (1835), nella sua opera la Statulegrafia etnea, trae l’etimologia del nome reuso da ruo, scorro, sfiorisco, alludendo, quindi, ad una caratteristica agronomica di uno dei tipi di
Catarratto, il bagascedda, che viene indicato da alcuni Autori come tirichiti
o trichititi, confondendolo però con la varietà Corinto.
Nella Ampelografia universale (1877) il Di Rovasenda e nel Le Vignoble (1874-1879), Pulliat e Mas riportano differenti tipi di Catarratto. Il Mendola nel 1883 considera i Catarratti una tribù varietale, composta da almeno cinque varietà: il Catarratto bianco comune (capostipite); il Catarrato reuso o femminedda o bagascedda; il Catarratto mantellato o in provincia di Agrigento alla porta; il Catarratto bertolaro (bertola in dialetto siciliano significa bisaccia) e il Catarratto nero conosciuto come Mainone in provincia di Agrigento e Cagnolone in Sicilia e da qualcuno confuso erroneamente con il
Montonico nero. Nel Catalogo dei vitigni coltivati nella provincia di Palermo (1883) sono riportati otto tipi di Catarratto. Oggi al Registro Nazionale delle varietà di vite sono iscritti due Catarratti, il bianco comune (codice 058) e il bianco lucido (codice 059). Recenti studi di biologia molecolare (Di Vecchi Staraz et al., 2007) hanno dimostrato che sono due biotipi di una unica varietà. Inoltre Di Vecchi Staraz et al. (l.c) e Crespan et al.
(2008) hanno dimostrato che il Catarratto è imparentato con altri importanti vitigni italiani come la Garganega, considerata una delle più antiche varietà italiane. Infine, gli stessi Autori hanno rilevato che il Catarratto bianco e lo Zibibbo (Moscato di Alessandria) sono i genitori dell’altro importante vitigno marsalese: il Grillo.
Secondo i dati messi a disposizione dall’Assessorato regionale dell’agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea, il Catarratto bianco lucido è la cultivar più diffusa in Sicilia (15.661 ettari – dati 2021) con una incidenza di quasi il 18% sulla superficie vitata regionale.
E’ coltivata principalmente nelle province di Trapani, Palermo e Agrigento ed è, comunque, presente in tutte la altre province siciliane. Questo vitigno è ammesso nelle diverse D.O. della Sicilia centro-occidentale ed anche in alcune delle più importanti della Sicilia orientale.
DESCRIZIONE DELLA VARIETÀ
Il Catarratto bianco lucido presenta una variabilità intravarietale ridotta.
Foglia adulta
Di dimensioni da medie a grandi, di forma orbicolare, a volte pentagonale con cinque lobi, con assenza di pigmentazione antocianica sulle nervature principali della pagina superiore. Il lembo fogliare presenta forti depressioni, con profilo da a V a revoluto ed una elevata bollosità sulla pagina superiore e forma dei denti con entrambi i lati rettilinei. I bordi del seno peziolare si presentano sovrapposti, con forma della base delseno a V e con assenza di dente; la base del seno peziolare non risulta delimitata da nervatura. La forma della base dei seni laterali superiori è ad U, con assenza di dente; la pagina inferiore del lembo presenta una media densità di peli striscianti tra le nervature principali e una densità nulla o molto bassa di peli eretti. Il picciolo è leggermente più corto rispetto alla nervatura mediana, la profondità dei seni laterali superiori è media.
Grappolo
Medio-lungo, mediamente compatto con peduncolo corto, di forma cilindrico-conica con presenza di 1-2 ali.
Acino
Di forma sferoidale, medio piccolo con colore della buccia verde-giallo, totale
assenza di pruina; la polpa non presenta nessun sapore particolare ed è di consistenza molle; lo sviluppo dei vinaccioli è completo.
Fenologia
Si caratterizza per un germogliamento e per un’epoca di raccolta tardivi, caratteristiche fenologiche che definiscono un ciclo vegeto-produttivo di media lunghezza.
Vigoria
Presenta vigoria media, portamento dei germogli semi decombente e viticci molto corti.
Bibliografia di riferimento
Identità e ricchezza del vigneto Sicilia, (2015) Dipartimento regionale dell’Agricoltura, Regione Sicilia;
Pastena B., I Catarratti bianchi, (1971), Palermo;
VITIVINICOLTURA SICILIANA, (2023) A cura dell’Osservatorio Vitivinicolo ed Olivicolo-oleario Regionale dell’IRVO.