Il progetto si pone come finalità la valorizzazione della biodiversità viticola siciliana nel solco dell’innovazione di processo e di prodotto, con l’obiettivo di dotare le imprese regionali di vantaggi competitivi sostanziali e duraturi.
Nello specifico la scelta è stata quella di dedicarsi alla valorizzazione di alcuni vitigni autoctoni e reliquie per affermare le profonde connessioni tra il vitigno antico e la cultura del luogo che lo ha selezionato e coltivato e rafforzare il contributo che tali accessioni possono dare allo sviluppo agricolo ed economico del territorio regionale.
Le attività mirano ad introdurre innovazioni sostanziali che consentono di definire strategie agronomiche ed enologiche volte alla realizzazione di nuovi vini tra le quali: la diffusione della forzatura in acqua nel processo produttivo delle barbatelle innestate; la valutazione di un nuovo materiale di impianto (nello specifico i barbatelloni per l’anticipo della produzione o la sostituzione delle fallanze durante i primi anni di impianto); il trasferimento delle migliori pratiche agronomiche per la gestione dei biotipi, dei vitigni minori e delle reliquie oggetto del programma; l’individuazione di adatti ambienti pedoclimatici; il trasferimento dei più opportuni processi di trasformazione enologica.
Tutto ciò sarà possibile grazie alla profonda connessione tra le imprese agricole e il mondo della ricerca insita nel Gruppo Operativo costituito per l’attuazione del presente progetto. Fanno parte infatti del Partenariato, nel quale il Consorzio Vini Doc Sicilia ha assunto il ruolo di capofila, l’Università di Palermo e l’Università di Milano, nonché cinque imprese enologiche e una impresa vivaistica.
Fondamentale infine il ruolo del trasferimento dell’innovazione alle imprese della filiera, da attuare attraverso giornate dimostrative nei campi sperimentali e degustazioni dei vini prodotti con le microvinificazioni dei vitigni autoctoni e reliquie, con l’auspicio che le imprese possano trarre ispirazione per la creazione di nuovi prodotti nei quali sia presente l’elemento storico-territoriale, in grado di rappresentare un vantaggio competitivo da tradurre in maggiore valore aggiunto e redditività.
Gallery Rassegna stampa
Avvio attività agronomiche con la preparazione delle barbatelle ottenute attraverso forzatura in acqua e nuovi materiali di impianto cosiddetti “barbatelloni” presso il Vivaio Mannone
Ricognizione delle varietà autoctone e reliquie presso le imprese partners.
Messa a dimora delle diverse combinazioni d'innesto; inizio attività di caratterizzazione agronomica dei biotipi e delle reliquie nelle aziende partners; avvio sistemazione laboratorio presso i locali dell’Università di Palermo in c.da Bosco a Marsala
Messa a punto di metodi di analisi
Incontro Stampa presentazione progetto
Studio della composizione delle uve e vinificazione dei vitigni del progetto
1° giornata di campagna – campi dimostrativi
2° giornata di campagna – degustazione vini prodotti nell’ambito del Progetto
3° giornata di campagna
Studio della composizione delle uve e vinificazione dei vitigni del progetto
4° giornata di campagna – degustazione vini prodotti nell’ambito del Progetto
5° giornata di campagna – campi dimostrativi
Seminario finale di progetto
Il progetto Bi.Vi.Si., acronimo per “Valorizzazione della biodiversità viticola siciliana” è un esempio concreto di alleanza tra il mondo produttivo, la ricerca scientifica e le istituzioni, insito nell’essenza stessa della Sottomisura 16.1 del PSR SICILIA 2014-2020.
Il modello suggerito dall’Amministrazione regionale, sul solco delle politiche europee, è improntato in un processo permanente e dinamico di co-progettazione dove i partner sono, da un lato, la pubblica amministrazione e, dall’altra, una varietà ampia di attori territoriali: università, centri di ricerca, imprese, enti locali. Nello specifico un ruolo determinante è assunto dal Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia quale coordinatore delle attività ed “innovation broker” che gestisce le relazioni tra i soggetti coinvolti per il raggiungimento degli obiettivi di progetto, legati all’introduzione di significative innovazioni nella filiera vitivinicola regionale al fine di favorire l’aumento della competitività aziendale. La presenza delle Università di Palermo e Milano garantisce la qualità scientifica del percorso di innovazione individuato e contribuisce alla valorizzazione di giovani risorse che saranno coinvolte nelle attività di progetto attraverso borse di studio e contratti di lavoro con le imprese partners, nella speranza che l’esperienza di lavoro nel contesto dinamico e innovativo del partenariato così costituito possa a sua volta contribuire a stimolare nuove progettualità a beneficio del sistema agroalimentare siciliano, che si caratterizza per un vantaggio competitivo naturale difficilmente riproducibile, legato alla collocazione geografica delle produzioni, alla rilevante biodiversità naturale, alla diversificazione varietale e produttiva ed infine alle specificità di origine e di produzione, ma che ancora ha tanto da sviluppare nella fasi delle trasformazioni e del processing, in grado di generare più alto valore aggiunto nel territorio (cfr. Strategia Regionale dell’Innovazione per la Specializzazione Intelligente per il periodo 2014-2020).
Catarratto A
Catarratto B
Frappato A
Frappato B
Grillo A
Grillo B
Lucignola
Nero d'Avola A
Nero d'Avola B
Nero d'Avola B1
Nero d'Avola B2
Nocera
Perricone A
Perricone B
Vitrarolo
Il coinvolgimento diretto nel progetto di primarie aziende vitivinicole siciliane e di un’azienda vivaistica, insieme a due università, risponde pienamente al principio “bottom-up” della ricerca e innovazione che l’Unione Europea considera condizione indispensabile per finanziare la ricerca applicata in agricoltura. Il progetto Bi.Vi.Si. nasce dal basso, da esigenze espresse dalla base produttiva tramite lo stimolo di alcune aziende leader. Il trasferimento dell’innovazione che il progetto si propone di realizzare è destinato all’universo della viticoltura siciliana, ma potrebbe essere da esempio per altre viticolture, in particolare dell’area mediterranea. Il patrimonio varietale viticolo siciliano è vasto e sostanzialmente unico al mondo: le varietà indigene non si trovano altrove; tuttalpiù è stata riscontrata, solo per alcune di esse, una parentela genetica con altre varietà dell’Italia insulare, ma nessuna identificazione. Il patrimonio ampelografico dell’isola è soltanto siciliano e rappresenta in gran parte una miniera ancora da esplorare. Il progetto Bi.Vi.Si. intende far compiere alla viticoltura siciliana un ulteriore passo avanti in tal senso. Le varietà di cui si ipotizza un potenziale interesse enologico e di mercato devono essere meglio indagate, sotto il profilo viticolo ed enologico, anche al fine di ottimizzare le tecniche che ne permettano la migliore espressione e d’individuare eventualmente i territori più vocati alla loro coltivazione. Si va alla ricerca di nuove opportunità di mercato, di nuove possibilità di creazione di valore, e di nuove testimonianze della particolarità e unicità di un’isola che è una pietra miliare nella storia della viticoltura mondiale.
A questo proposito la parte del progetto che riguarda innovative tecniche di vivaismo si inquadra in una tradizione che bisogna oggi ricordare e valorizzare più di quanto si sia fatto finora: la Sicilia è stata, a cavallo tra ottocento novecento, tramite il suo vivaio governativo, il faro della ricerca per la ricostruzione dei vigneti a seguito della crisi fillosserica, con figure straordinarie di scienziati come Federico Paulsen e Antonio Ruggeri: nomi che tutti i viticoltori del mondo conoscono in quanto hanno “battezzato” più serie di portinnesti da incrocio con vite americana, resistenti alla fillossera, i quali hanno permesso la rinascita della viticoltura mondiale. Nel quadro di un tale scambio e trasferimento di conoscenze questa sezione del sito web di progetto ospita un’area di “archivio della conoscenza” dalla quale sarà possibile scaricare articoli, immagini, video, presentazioni relative agli argomenti oggetto del progetto e ad argomenti ad essi correlati. Un archivio destinato a crescere nel tempo popolandosi di nuovi contenuti. Infatti l’obiettivo è di non terminare i compiti con la conclusione del progetto, ma di creare e animare un metodo di condivisione del sapere che possa avere continuità anche in futuro, assegnando al Consorzio un ruolo di interfaccia tra le aziende, i professionisti, la ricerca e la formazione professionale. Che qui avranno una loro piazza di incontro.